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No agli abusi in divisa! No alla repressione! Con Gio e la resistenza del Don Bosco

Dove finiscono i tavoli di partecipazione iniziano sgomberi, militarizzazione e repressione del dissenso.

Nella città più progressista d’Europa o si è dispost* a sedersi alla corte di un re ottuso e Leprorevole – che elargisce appalti per cantieri inutili e dannosi, spazi in cambio di fedeltà e silienzio – oppure, se scegli di ridar vita a spazi vuoti e abbandonati, di difendere l’unico parco vicinino casa tua dalla distruzione, verrai tacciato di essere un violento, verrai preso a manganellate, ti romperanno le ossa ed il cranio, mentre tutt’attorno celerissimi operai segano alberi ed erigono recinzioni.

Solo l’ingovernabile e gioisa rabbia che esonda e si riprende gli spazi concede tregua dalla furia cementificatrice del re Leprorevole e dei suoi sgherri.

Con un copione visto recitare tante volte da suoi predecessori anche più illustri, re Matteo senzatempra a ogni sgombero, dopo ogni carica, dopo che si sono spesi migliaia di euro per militarizzare strade e quartieri per giorni interi, si complimenta con l’operato delle forze dell’ordine, prova senza successo a dividere le proteste fra buoni e cattivi, fra pacifisti e non.

Non ha capito, o meglio, non vuole far capire ai più che ad ogni passo, con ogni mezzo, inedite alleanze di giovani, anziani, studentx hanno deciso di rovesciare quegli inutili tavoli di finta partecipazione e difendere ogni centimetro di parco, ogni albero, ogni spazio abbandonato votato alla prossima speculazione. Ogni cantiere diviene un campo di battaglia.

L’intollerenza e la follia del potere, si sono manifestate, con la violenza a cui ormai siamo abituate, poche ore fa…
In piena notte, un ragazzo di 18 anni, viene raggiunto da un plotone di forze dell’ordine, aggredito 2 volte con il taser e accecato con spray al peperoncino, atterrato, picchiato e ammanettato. Solo con l’intervento delle persone del presidio del parco Don Bosco lì vicino arriva l’ambulanza.

La mattina è stato prima trasferito in Caserma e dopo poche ore processato per direttissima con le accuse di furto, aggressione e resistenza.

Un presidio numeroso sta seguendo da vicino tutto questo scempio e chiede l’immediata liberazione del ragazzo, colpevole solo di frequentare il presidio al parco Don Bosco.

Il processo è appena iniziato.

💥 INVITIAMO TUTT* A RAGGIUNGERE IL PRESIDIO IN VIA D’AZEGLIO 56.

Noi saremo sempre al fianco, complici e solidali, con chi resiste.
Liberx tuttx, liberx ora!

Smash Repression Emilia Romagna

 

 

 

DALL’8M AL TEMPO TUTTO ___ #SMASHPATRIARCHY

 

Comunicato di adesione da Bologna allo sciopero femminista e transfemminista globale dell’8M. Ci vediamo in strada e in  piazza con la Rete Non Una di Meno.

Qui le info e i materiali dal blog in ITA. Scioperiamo contro la violenza patriarcale.

 

 

All’interno del contesto segnato dall’intensificazione della violenza della macchina capitalista globale in cui le retoriche belliche incentivano forme di violenze e produzione di nuovi confini, nuove barriere intra-relazionali e inter-statuali, ecocidio, femmicinidio e razzicidio non possono che apparire profondamente interrelati. E’ (anche) da questo punto di vista che le lotte, r-esistenziali e/o vertenziali, non possono fare a meno, per essere con-vincenti, di portare avanti una lettura e una profondità intersezionale: non esiste liberazione/libertà momentanea o in divenire di spazi senza liberazione di corpi, non esiste una socialità in via di liberazione se non ci interroghiamo continuamente sulle disuguaglianze, le violenze e la riproduzione di meccanismi di dominio e oppressione.

Siamo consapevol3 quanto queste spinte anticapitalista si confrontino con  molteplici nemicx, che a volte agiscono divisx, a volte si compattano, e che quasi sempre oramai le retoriche liberal si affiancano a quelle tradizionaliste/reazionare/pan-nazionaliste , laddove all’indifferenza su un tema (esempio: le morti causate dalla Fortezza Europa, quelle in Siria, quelle nella striscia di Gaza.. ) si giustappone l’odio indiscriminato verso deboli e ribell3. Siamo convinte che le forme di r-esistenza e mutualismo debbano riconoscersi, mescolarsi e fondersi. Sappiamo che quando queste sono in grado di  mettere in discussione complessivamente lo status quo, vedono la risposta congiunta, multiforme quanto spietata e belligerante da parte delle forme di potere esistenti. Questi attacchi si riproducono nello spazio domestico, in quello urbano con le sue piazze e i suoi vincoli sempre più controllati ed al contempo invivibili, nelle vite di tuttu per colpa delle scelte prese nei palazzi governativi. Trovare canali di intersezione, spazi di mescolanza, momenti di fusione; crediamo debba essere nelle corde di chi prende spazio, lo ri-significa, allude e brama a cambiamenti radicali, rotture dell’esistente. Nel pensare a  nuovi (o nessun) orizzonti dopo la decostruzione del presente crediamo i momenti di festa non siano secondari in questo scacchiere ad ostacoli e vadano compresi come spazi di cura e momenti di lotta.

“Le Monde est à Nous”,”Our Lives Matters”: dalla lotta transfemminista abbiamo capito che le relazioni vanno messe al centro di ogni proposta e pratica politica , che la cura inter-personale e interspecie non può essere delegata. Dalla difesa della terra  alla contro-valorizzazione della vita; dal “Jin-Jiyàn-Azadi” che ha risuonato nelle strade curde e poi in tutte il mondo, allo sconvolgimento sociale anti-patriarcale delle rivoluzionarie iraniane, alla “Vivas Nos Queremos” che si è propagato telluricamente dalle città dell’America Latina profonda, abbiamo visto che possiamo e dobbiamo osare nel mescolarci, unirci, e lottare strenuamente, usando anche gli strumenti della musica, delle forme d’arte di cui ci appropriamo e le possibilità di profusione e di rottura che in sè recano.

Per questo. Per tutt3. Per lottare ovunque, senza padri, padrini, padroni e patriarchi..

dall’8 Marzo, al tempo tutto

 

#SmashRepression      #8M     #2024     #SmashPatriarchy      #NonUnaDiMeno