https://smashrepression.noblogs.org/post/2025/02/05/vvaa-hands-off-the-music/
https://smashrepression.noblogs.org/post/2025/01/26/fare-rete-due-anni-di-legge-anti-rave/
L'Emilia-Romagna, negli ultimi tempi, è stata protagonista di diverse alluvioni che hanno avuto ripercussioni a livello sociale e ambientale.
Prendiamo in considerazione l'aspetto geografico della regione che si trova nell'area del Po, zona soggetta a rischio alluvionale. Il fattore geografico non può essere la giustificazione ai disastri che questa situazione ha creato: distruggendo case, vite, attività.
LA REGIONE EMILIA ROMAGNA è UNA DELLE REGIONI PIU' CEMENTIFICATE, RIEMPITA DA RETORICHE GREEN CHE ALLA FINE SI DIMOSTRANO DANNOSE PER L'INTERA POPOLAZIONE.
Vengono smantellati pezzi di natura per creare poco utili e nocive strutture, infrastrutture e mezzi, speculando e danneggiando il territorio.
Do you remember Passante Nord, contro il quale si è attivata una campagna di lotta che è di giustizia ambientale e sociale? E l'indifferenza delle istituzioni, locali quanto sovralocali, nell'accoglimento anche fosse parziale di istanze doverose, quanto espressione di una esigenza di tante persone che sviluppano anticorpi comuni contro le nocività.
ANCHE IN QUESTA OCCASIONE ABBIAMO VISTO ATTIVARSI MOLTI VOLONTARI CHE IN MODO AUTORGANIZZATO HANNO DATO SUPPORTO IN QUALSIASI MANIERA POSSIBILE.
L'AUTOGESTIONE COME SEMPRE DA' VITA A MAGNIFICHE MODALITA' DI INTENDERE I RAPPORTI SOCIALI FUORI DAL PROFITTO.
Quello attuale è uno dei momenti più duri per l'intera regione oltre che capoluogo e dintorni ancora isolati dalla seconda guerra mondiale all'oggi. Guerra che riecheggia sempre più fragorosamente ai margini della "Fortezza" Europa, con Stati Uniti a decidere la scelta sull' approccio bellico con il quale approfondire la crisi internazionale, fatta infiammare dall'aggressione e la furia genocida del vassallo Israele.
Pur non volendo assolutamente collegare i fattori endogeni di ecocidio e genocidio, la voracità capitalistica e di dominio di fondo dell'uomo su "altro", "oltre" ne sono la concausa determinante.
Contiamo migliaia di sfollate, stime miliardarie per ricostruzione e riprogettazione, con fondi comuni posticipati al 2027.
Ai blackout e alcuni disfunzionamenti del sistema idraulico, smottamenti e frane sempre più evidenti, rispondiamo ponendo maggior attenzione a ciò che ci circonda, alle nostre interazioni con l'habitat, alla coordinazione mutualistica e aperta alle differenze. Come si è detto a gran voce nelle composite giornate della rete NoG7 Salute ad Ancona, culminate con la Street del 12/10: "Se il sistema è malato, la ribellione è la cura!"
[Vedi foto/deco/discorso del carro a tema "ecologia e salute dei territori" Emilia/Nord]
E il cambiamento climatico antropico, accelerato e in qualche modo coaudiuvato dalle ingiustizie e del capitalismo avanzato, necessità di ribellione quanto di prese di parola e espressione, anche di incontro-scontro con sistemi e concatenazioni di pensiero apparentemente simili o difformi, nell'ordine delle possibilità. Qui a Bologna sappiamo, soprattutto in queste ore di grande frenesia, nonchè di messaggi ipocriti da Governanti e oppositori mediatici, quanto autogestione, cura, ribellione siano componenti ineludibili affinchè una macchina collettiva parta e funzioni oltre ogni ostacolo, ogni repressione.
Se questi eventi calamitosi da un lato non possono vedere risposte totalmente efficaci, anzi passibilmente deturpanti, dalle leve del comando, nel breve termine sono destinati a crescere di numero, furia e intensità, e la resistenza ecologica e umana non può non nutrirsi della capacità autogestionaria a 360° di singolx e corpi collettivi. Dalla difesa dei territori e le forme di manifestazione scelte.
Proprio parlando di manifestazioni, riportiamo quella svoltasi ieri, tassello per auspicabili mobilitazioni maggiori nel breve termine:
"Oltre un migliaio di persone hanno partecipato al corteo e alla manifestazione promossa oggi pomeriggio a Bologna da Comitato Besta BO, Comitato contro ogni autonomia differenziata ER, Confederazione Cobas BO, Legambiente ER, Parents for Future BO, Rete Emergenza Climatica e Ambientale ER, Un altro Appennino è possibile, USI CIT BO, MO, PR e RE Un corteo e una manifestazione importante, partecipata e determinata che ha ribadito la richiesta di un cambio di rotta radicale nelle politiche di carattere ambientale sin qui messe in campo. Con essa abbiamo inteso contrastare l'inaccettabile negazionismo del governo, che continua colpevolmente a non mettere in campo piani seri ed efficaci per contrastare il cambiamento climatico e procedere verso la transizione ecologica, e anche la forte assenza e le politiche sbagliate prodotte dalla Regione Emilia-Romagna su questo terreno, a partire dal tanto magnificato Patto per il lavoro e il clima del 2020. La manifestazione, assieme alla vicinanza con le popolazioni colpite dalle quattro alluvioni in Emilia-Romagna nell'ultimo anno e mezzo, ha inteso evidenziare anche le scelte alternative che si tratta di introdurre e che investono l'insieme del modello produttivo e sociale dominante. In particolare, nostri obiettivi sono riassumibili nei seguenti punti: uscita dall'economia del fossile; difesa, ripubblicizzazione ed estensione dei beni comuni; moratoria su tutte le opere che prevedono ulteriore consumo di suolo; cancellazione della legge regionale urbanistica 24/2017 e sua radicale rivisitazione; moratoria e ridiscussione delle grandi opere stradali in rapporto ad un'idea alternativa di mobilità; stop a nuovi impianti a fune volti a incrementare i comprensori sciistici da discesa con grave danno per l'ambiente montano; ridiscussione degli assetti aeroportuali; stop definitivo all' espansione degli allevamenti intensivi e realizzazione di un programma per il loro superamento; approvazione delle 4 leggi di iniziativa popolare regionale in tema di acqua, rifiuti, energia e stop al consumo di suolo. Infine, la manifestazione ha sottolineato la nostra contrarietà al ddl 1660 "sicurezza", la svolta repressiva, al venir avanti di un'economia di guerra che rilancia l'economia fossile e, ovviamente, vista anche la concomitanza con le manifestazioni che si sono svolte sempre il 26 ottobre in diverse città, il nostro impegno per affermare la pace, partendo dalla cessazione del fuoco in tutte le aree di guerra. La nostra iniziativa continuerà anche nel prossimo periodo di tempo e ci attendiamo che anche la politica e le amministrazioni si misurino con le questioni che abbiamo avanzato con la manifestazione di oggi. "
Comitato Besta, lì 27/10/2024
"Siamo qui oggi ad Ancona a battere il tempo contro il G7 Salute, per suonare tutta un'altra musica rispetto a quella che vorrebbe farci sorbire chi governa.
Siamo qui oggi per abbattere dei muri e combattere il silenzio in cui cercano ostinatamente di rinchiuderci.
Il nostro carro mette assieme crew e collettivi dell'Emilia Romagna e della Lombardia e vorremmo raccontare le storie dei nostri territori, devastati dal cemento e dal cosiddetto sviluppo.
Un modello economico e sociale che ha fatto si che, oggi, la pianura padana sia la zona più inquinata d'Europa.
La Lombardia, che da più di vent'anni è l'epicentro dello smantellando della sanità pubblica, è data in pasto ai privati, grazie al connubio dei criminali, quelle merde, di Lega e Comunione e liberazione.
L'Emilia Romagna è fra le regioni che più cementifica e consuma il suolo.
Nell'ultimo anno e mezzo sta pagando, e noi con lei, un prezzo altissimo:
le alluvioni in Romagna hanno distrutto case, attività, vite di paesi interi, tutto sommerso dal fango.
E si, non si può più parlare di incidenti eccezionali, ma di intere aree rese fragili da pianificazioni territoriali decennali.
Le nostre città vivono la gentrificazione, scandita da sfratti e sgomberi.
Le piazze e i luoghi di libera socialità vengono repressi, annientati, per fare posto a dehors di ristoranti e bar per ricchi.
Mentre le strade sono afflitte da traffico e inquinamento, chi governa decide di costruire più corsie così da indebolire,
sempre di più, il trasporto pubblico: città più inquinate, più calde e con sempre meno verde pubblico.
Le nostre montagne vengono bucate e i fiumi deviati per risparmiare qualche manciata di minuti in autostrada.
Sulle stesse Montagne, come il Corno alle Scale e le alpi Retiche, c'è sempre meno neve, se non quella artificiale,
e loro vorrebbero costruire nuovi impianti sciistici, quando a malapena funzionano quelli che ci sono:
cosa non fare per del turismo fruttante in più?
Per questo ci ammaliamo nei nostri territori e nel mondo: per l'aria malsana che respiriamo,
per il freddo di chi finisce in strada,
di chi ci vive e non ha servizi ne ospitalità, di chi poi non può permettersi la sanità privata,
per la mancanza di socialità libera e gratuita che crea legami e argina disagio,
che accoglie e cura chi vive ai margini.
Grandi e piccole opere inutili, nocive ed energivore, sovrastano la salute e determinano l'esistenza di chi vive.
Chi ci governa, al posto di preservare e manutenere i territori, preferisce lasciarli all'abbandono
e fare nuove costruzioni in nome del green:
qualche pannello solare lì e qualche certificazione energetica là.
E quando delle resistenze nascono, come negli scorsi mesi è successo a Bologna, al parco Don Bosco, e poco dopo a Gallarate, al bosco in via Curtatone e nella zona verde di Melegnano, le creature che, provando ad opporsi alla distruzione, sono state picchiate, tirate a forza giù dagli alberi, denunciate e allontanate con fogli di via. Privatizzazione di aree pubbliche, privazione di libertà e divieto di dissenso, al fine di garantire lo sfruttamento del suolo, sono considerati palesemente al di sopra della salute collettiva.
Una settimana fa è stata attaccata pesantemente una lotta storica per il movimento ecologista e di difesa del territorio, le forze del disordine hanno sgomberato il presidio di Sangiuliano in Val Susa, anticipando la procedura di esproprio e andando quindi contro ogni logica legalitaria, intaccando il principio cardine del capitalismo stesso, la proprietà privata. E lo diciamo quindi con ferma convizione: se lo Stato procede illegalmente la legalità è destinata a perdere.
E quindi da questa street mandiamo un saluto complice e solidale alla lotta NoTav che oggi scende in piazza come e con noi e noi con loro.
Lanciamo assieme un grido forte dalla Val Susa ad Ancona.
Noi oggi siamo qui, per dire che stiamo dalla parte di chi resiste e si oppone alla devastazione e al saccheggio dei potenti.
Contro il G7, la repressione fascista del Governo Meloni, contro la legge anti-rave, contro il ddl sicurezza e al fianco del popolo palestinese e libanese.
Balliamo assieme sottocassa, Diciamo No al G7 Salute!
Se il sistema è malato
La ribellione è la cura
Per tutti i compagni e le compagne che non sono qui oggi:
Smashiamo forte Ancona,
smashiamo il G7,
smashiamo tutto.
Smash repression!"
Rendiamo pubblico che c'è un locale in via Mattei n 6 e via Larga 15 a Bologna, (lo stesso immobile con doppia entrata), che organizza serate tekno e Psy, attualmente si chiama Venom. L'intera area dell"ex Consorzio agrario è stata data in custodia giudiziaria a Alessandro Lucia, il quale ha documentati legami con la peggiore destra (Lega e Forza Nuova) (emiliantifa.noblogs.org), un'amicizia datata col viceministro Galeazzo Bignami, nonchè candidato con Forza Italia nel 2016. Aveva manifestato l'intenzione di aprire una palestra nella stessa area, è proprietario del marchio di abbigliamento da combattimento "Cattivi si nasce", autore di post su Fb inneggianti a Mussolini (Zic.it) e post transfobici. (Staffetta.noblogs.org). Sono facilmente reperibili online dei video di costui che nel 2015/16 si interessa all'area e si prodiga da bravo cittadino a "ripulirla" e "riqualificarla" dall'insediamento di un campo nomadi. Da quel momento riceve la custodia giudiziaria dell'area e Lucia da inizio ai suoi affari. (Corriere di Bologna)
Negli anni cambia sempre nome per darsi una nuova aria, ma la sostanza (e l'odore!) non cambiano: Consortium, Articolo-24, Venom.. a volte cambiano nome da un evento all'altro, o omettono l'indirizzo per cammuffarsi.. attualmente l'associazione a cui ci si associa all'ingresso si chiama "Cattivi si nasce". Rendiamo pubblico tutto ciò per informare chiunque frequenti quel posto che non sta andando in un locale qualsiasi ma sta finanziando un conclamato fascista legato alla peggiore destra al governo, proprio quella della legge anti-rave!
Chiediamo la massima diffusione anche per scongiurare che dj e sound vengano coinvolte e collaborino inconsapevolmente con questo locale. Che d'ora in avanti chiunque metta piede in quel posto lo faccia consapevolmente. Per Smash Repression l'antifascismo è uno dei capisaldi non mediabili. Quello non è un locale qualsiasi, non è un posto dei tanti per andare a ballare o tirar su due soldi per chi suona o fitta un impianto!
Invitiamo pertanto tuttə, crew, dj e artisti, a sensibilizzare e diffondere questo messaggio il più possibile. Chi vuole suonare e partecipare a questi eventi sappia e decida da che parte stare.. per noi non c'è e non ci sarà mai spazio per il fascismo né per chi ci collabora.
Smash Repression Emilia Romagna
____
Link utili:
http://www.ecn.org/antifa/article/4893/ma-la-procura-di-bologna-sponsorizza-il-neofascismo-
1) https://emiliantifa.noblogs.org/post/tag/alessandro-lucia/
2) https://zic.it/una-palestra-neofascista-allex-consorzio-agrario/
3) https://staffetta.noblogs.org/post/tag/alessandro-lucia/
canottiera cattivisinsce su profilo Lucia https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=pfbid02Fq7J3bz7thh6fHVw7m5accWXHPzDANKmZKwZMbAfr56HNgUVf1J5cypiCdi9bEeql&id=100006190599078
Aggiornamento ore 22:30:
Apprendiamo dai giornali del diniego (a una richiesta mai fatta) da parte della questura di Bologna a poter svolgere l'iniziativa "Smash in The Park" che si sarebbe dovuta tenere questa sera a partire dalle ore 20.00. Il luogo scelto per il suo svolgimento risulta pesantemente militarizzato dalle prime ore di questa mattina e rende evidente quanto il furore repressivo di chi governa la città renda invivibile un parco come Villa Angeletti.
Il tutto si iscrive in un clima di tensione politica esacerbato, come si vede nei giorni scorsi, dalle continue aggressioni portate ai movimenti, sia attraverso le misure cautelari ai danni di chi rivendica il diritto all'abitare e lo stop del genocidio in corso in Palestina, sia attraverso l'uso della forza e della violenza poliziesca nei confronti di chi si oppone a cementificazione e abbattimento sistematico di alberi e spazi verdi in città, con feriti e rischi verso l'incolumità delle persone.
Non vogliamo sottostare al gioco al rialzo della tensione che fa di un evento una mera questione di ordine pubblico.
Ribadiamo la legittimità di poter creare momenti di libera socialità , e invitiamo tutt3 a stare connesse per aggiornamenti in queste ore.
Stay tuned
Stay Smash Repression
Dove finiscono i tavoli di partecipazione iniziano sgomberi, militarizzazione e repressione del dissenso.
Nella città più progressista d'Europa o si è dispost* a sedersi alla corte di un re ottuso e Leprorevole – che elargisce appalti per cantieri inutili e dannosi, spazi in cambio di fedeltà e silienzio – oppure, se scegli di ridar vita a spazi vuoti e abbandonati, di difendere l'unico parco vicinino casa tua dalla distruzione, verrai tacciato di essere un violento, verrai preso a manganellate, ti romperanno le ossa ed il cranio, mentre tutt'attorno celerissimi operai segano alberi ed erigono recinzioni.
Solo l'ingovernabile e gioisa rabbia che esonda e si riprende gli spazi concede tregua dalla furia cementificatrice del re Leprorevole e dei suoi sgherri.
Con un copione visto recitare tante volte da suoi predecessori anche più illustri, re Matteo senzatempra a ogni sgombero, dopo ogni carica, dopo che si sono spesi migliaia di euro per militarizzare strade e quartieri per giorni interi, si complimenta con l'operato delle forze dell'ordine, prova senza successo a dividere le proteste fra buoni e cattivi, fra pacifisti e non.
Non ha capito, o meglio, non vuole far capire ai più che ad ogni passo, con ogni mezzo, inedite alleanze di giovani, anziani, studentx hanno deciso di rovesciare quegli inutili tavoli di finta partecipazione e difendere ogni centimetro di parco, ogni albero, ogni spazio abbandonato votato alla prossima speculazione. Ogni cantiere diviene un campo di battaglia.
L'intollerenza e la follia del potere, si sono manifestate, con la violenza a cui ormai siamo abituate, poche ore fa…
In piena notte, un ragazzo di 18 anni, viene raggiunto da un plotone di forze dell'ordine, aggredito 2 volte con il taser e accecato con spray al peperoncino, atterrato, picchiato e ammanettato. Solo con l'intervento delle persone del presidio del parco Don Bosco lì vicino arriva l'ambulanza.
La mattina è stato prima trasferito in Caserma e dopo poche ore processato per direttissima con le accuse di furto, aggressione e resistenza.
Un presidio numeroso sta seguendo da vicino tutto questo scempio e chiede l'immediata liberazione del ragazzo, colpevole solo di frequentare il presidio al parco Don Bosco.
Il processo è appena iniziato.
💥 INVITIAMO TUTT* A RAGGIUNGERE IL PRESIDIO IN VIA D'AZEGLIO 56.
Noi saremo sempre al fianco, complici e solidali, con chi resiste.
Liberx tuttx, liberx ora!
Smash Repression Emilia Romagna
Durante il TekWest, la festa appena tenutasi in Bretagna, con diverse decine di sound system e un picco stimato di 40mila persone, le crew francesi non hanno mancato di testimoniare la loro piena solidarietà con chi in Italia sta provando, a Bologna e non solo, a dire basta alla legge anti-rave, alla militarizzazione e alla gogna mediatica a cui abbiamo putroppo assistito anche in questi giorni. Nella giornata di Sabato 29 è stato letto un comunicato molto diretto e chiaro, a sound spenti, di cui riportiamo la versione integrale e la traduzione in italiano.
Allons! Continuons le Combat!
Pendant que nous sommes ici au tekwest, nos frères et sœurs italiens sont entrain de faire la fête a la kamitaz. Il s'agit de la première vraie teuf posé en Italie depuis l'entrée en vigueur du décret de loi 633bis : le décret anti rave.
Cette loi criminalise les orgas et les free party en leur donnant des peines jusqu'a 6 ans de prison et des amendes jusqu'à 10000€.
Le flyer de la kamitaz à tourné sur beaucoup de groupes et bien évidemment il n'est pas passé inaperçu.
Des journalistes ont collecté et diffusé des informations confidentielles sur l événement.
C'est la première fois que des journalistes dévoilent des informations sur une teuf qui n'a pas encore eu lieu, cela démontre encore une fois la collaboration entre la police et les médias.
La répression en Italie est arrivé à des niveaux jamais vu avant, mais les italiens ne vont pas arrêter de faire la teuf pour autant.
Solidarité aux teufeurs italiens !
Mentre siamo qui al tekwest, i nostri fratelli e le nostre sorelle italiane stanno festeggiando alla Kamitaz.
Si tratta della prima vera festa fatta in Italia dall'approvazione del decreto 633bis: il decreto anti rave.
Questa legge criminalizza gli organizzatori dei free party attribuendo pene fino a 6 anni di reclusione e multe fino a 10000€ .
Il flyer della Kamitaz ha girato su molti gruppi e ovviamente non è sfuggito a nessuno.Alcuni giornali italiani hanno scritto articoli con titoli come :"Allarme rave a pasqua"," più di 5000 persone previste da tutta Europa"
Nell'articolo possiamo leggere vari nomi di collettivi italiani che sarebbero secondo loro i presunti organizzatori di quest'evento.
Questa è la prima volta che dei giornalisti svelano informazioni su una festa che non è ancora stata montata, questo dimostra ancora una volta la collaborazione tra la polizia e i media.
La repressione in Italia ha raggiunto dei livelli mai visti prima,ma gli italiani non smetteranno per tanto di festeggiare.
Solidarietà con i ravers italiani!
Comunicato di adesione da Bologna allo sciopero femminista e transfemminista globale dell'8M. Ci vediamo in strada e in piazza con la Rete Non Una di Meno.
Qui le info e i materiali dal blog in ITA. Scioperiamo contro la violenza patriarcale.
All'interno del contesto segnato dall'intensificazione della violenza della macchina capitalista globale, in cui le retoriche belliche incentivano forme di violenze e produzione di nuovi confini, nuove barriere intra-relazionali e inter-statuali, ecocidio, femmicinidio e razzicidio non possono che apparire profondamente interrelati. E' (anche) da questo punto di vista che le lotte, r-esistenziali e/o vertenziali, non possono fare a meno, per essere con-vincenti, di portare avanti una lettura e una profondità intersezionale: non esiste liberazione/libertà momentanea o in divenire di spazi senza liberazione di corpi, non esiste una socialità in via di liberazione se non ci interroghiamo continuamente sulle disuguaglianze, le violenze e la riproduzione di meccanismi di dominio e oppressione.
Siamo consapevol3 quanto queste spinte anticapitalista si confrontino con molteplici nemicx, che a volte agiscono divisx, a volte si compattano, e che quasi sempre oramai le retoriche liberal si affiancano a quelle tradizionaliste/reazionare/pan-nazionaliste , laddove all'indifferenza su un tema (esempio: le morti causate dalla Fortezza Europa, quelle in Siria, quelle nella striscia di Gaza.. ) si giustappone l'odio indiscriminato verso deboli e ribell3. Siamo convinte che le forme di r-esistenza e mutualismo debbano riconoscersi, mescolarsi e fondersi. Sappiamo che quando queste sono in grado di mettere in discussione complessivamente lo status quo, vedono la risposta congiunta, multiforme quanto spietata e belligerante da parte delle forme di potere esistenti. Questi attacchi si riproducono nello spazio domestico, in quello urbano con le sue piazze e i suoi vincoli sempre più controllati ed al contempo invivibili, nelle vite di tuttu per colpa delle scelte prese nei palazzi governativi. Trovare canali di intersezione, spazi di mescolanza, momenti di fusione; crediamo debba essere nelle corde di chi prende spazio, lo ri-significa, allude e brama a cambiamenti radicali, rotture dell'esistente. Nel pensare a nuovi (o nessun) orizzonti dopo la decostruzione del presente crediamo i momenti di festa non siano secondari in questo scacchiere ad ostacoli e vadano compresi come spazi di cura e momenti di lotta.
"Le Monde est à Nous","Our Lives Matters": dalla lotta transfemminista abbiamo capito che le relazioni vanno messe al centro di ogni proposta e pratica politica , che la cura inter-personale e interspecie non può essere delegata. Dalla difesa della terra alla contro-valorizzazione della vita; dal "Jin-Jiyàn-Azadi" che ha risuonato nelle strade curde e poi in tutte il mondo, allo sconvolgimento sociale anti-patriarcale delle rivoluzionarie iraniane, alla "Vivas Nos Queremos" che si è propagato telluricamente dalle città dell'America Latina profonda, abbiamo visto che possiamo e dobbiamo osare nel mescolarci, unirci, e lottare strenuamente, usando anche gli strumenti della musica, delle forme d'arte di cui ci appropriamo e le possibilità di profusione e di rottura che in sè recano.
Per questo. Per tutt3. Per lottare ovunque, senza padri, padrini, padroni e patriarchi..
dall'8 Marzo, al tempo tutto
#SmashRepression #8M #2024 #SmashPatriarchy #NonUnaDiMeno
Here's the translation of the 1st part of this article in ITA
—
ITALIAN CRACKDOWN; FROM THE "ANTI_RAVE" LAW TO DEMONIZING NARCOTICS DRIVING AS CONTROL SYSTEM
(2k23 – Autumn)
With the advent of the Meloni government and acolytes at the Palazzo Chigi, we "witnessed" as the first reactionary show the sad and boorish hyper-spectacularity by the media on the "Whichtek" in Modena, which paved the way for the introduction of the "Anti-Rave" bill; this, after some discontent about the unconstitutionality of the package, became law in late 2022. The target, which initially seemed to strike at any form of unauthorized gathering due to issues of "public safety," is clear: the demonization of otherness and the non-subordination of forms of expression that do not conform to the directives of power, both state and local, and that cannot be convertible on business. Nonetheless, when it comes to contexts such as "raves" and "freeparties," the emphasis on public "safety" and public "decorum" often falls on the freedom of movement and use of illicit substances, dynamics therefore subject to sanctions, prosecutable and punishable.
The degree of oppression that the state in its forms of representation applies from time to time descends not so much from the presumed harmfulness of consumption and its forms of distribution, but from the socio-cultural context and forms of consensus that are shaped by and for the public opinion. We found ourselves after the Ferragosto rave of 2021 in Valentano ("Space Travel Vol. II) in front of a frightening media distortion, and a full-scale demonization that was followed by various measures aimed at tightening the ranks of repression against these gatherings, with press announcements about "inter-force anti-rave coordination" between prefects and regional police headquarters, police interventions (Tuscany, Sicily, Emilia-Romagna, Salento, and so on), thousands of expultion orders issued on the occasion of several free-parties, threats of application of devices such as special surveillance to some members of the crews that have carried on the practice of reappropriating unused spaces for generations.
Nonetheless, for the past two years, the doggedness of not only the right-wing press has led to inflating the term "rave" to all those forms of youth diversion reducible to a problem, or supposedly so, of public order: thus in the whirling process that instills a perception different from the previously given terminological meaning, it has become rave to bivouac in a park as much as to listen to music from a cell phone in squares while drinking two beers, even to unauthorized karaokes in clubs.
It is through this alarmist and nasrity atmosphere that the anti-rave decree was imposed. It is important to place this event well within the cultural digression and the progressive narrowing of the freedoms of expression and demonstration within the country and more generally in the "Fortress Europe": only between ten and fifteen years ago the squares of the main urban centers were usable spaces for people to stop and interchange without hourly restrictions, now they are almost constantly traversed more by patrols- not infrequently by the military-than by people, to give an example. In this context, the anti-rave decree, which demonizes an already illegal and anti-authoritarian mode of encounter and expression, is the crystallization of the social thermometer regarding spontaneous forms of alterity and conscious insubordination, the result of an over-decade-long process.
The 'otherness passes, undoubtedly, also from the freedom of individual and collective intake and experimentation with substances, the illegality of which is dictated not only by the tightening of penalties and intensification of the police hand, as much as a fairly significant extent by the installation of the phobic climate and the perception of danger for the individual owner in the territories in which he lives.
Isn't this the same delatory mechanism also seen during the Covid restrictions? now is full-filled by the neighborhood-wa apps and the constant warnings against young people spending their… youthfulness (!) deprived of the last remaining 'public' spaces, in any case already restricted and stifled? Here is where the 'rave,' its nonconformity and its becoming temporary public space through modes of de-privatization, becomes a monster. The techniques of repression and control to these forms also determine the degree of social regimentation, and the refinement of extensible and adaptable securitarian measures. And they feed on the extra-mediatization of such complex and contradictory phenomena as drug dealing and consumption.
It is no coincidence that we have seen, with the Meloni – Piantedosi settlement, increasingly tightened propaganda against micro-crimes, with sweeping checks in the poorest neighborhoods of major urban centers; in this mode coexist both the psycho-social regimentation of the "citizen," who must feel the police presence around him, and avail himself of it for HIS "good," and the tracking of people who escape conventional market logics, starting with that of labor and normed consumption.
This unvarnished desire for a rigorous implementation of the role of the Police in the liveability of the people is further confirmed by the tightening urged in the new Rules of The Road proposed by the current Minister of Infrastructure. If the sanctioning aspects are at the heart of this design, one cannot fail to notice how much emphasis is placed in particular on the demonization and further criminalization of those who would be found driving under drugs. A prohibitionist asset ridden by the Northern-League head Salvini himself, which is embedded on the "war on the undisciplined," and which shifts the media focus more to the presumption of dangerousness of a person under the influence of drugs than to other dynamics such as rapes and accidents dictated by alcohol, among others…
[continue] >> ITA version >> https://smashrepressioner.noblogs.org/2024/01/giro-di-vite-dallanti-rave-alla-demonizzazione-degli-stupefacenti-alla-guida-come-dispositivi-di-controllo-e-irregimentazione/
Negli scorsi giorni la rete dei Giovani Palestinesi ha diffuso un inquietante video riguardo un presunto "rave" con il quale dex coloni israeliani effettuavano una operazione militare: simulando di ballare ad un raduno, impedivano l'arrivo dei convogli con aiuti umanitari nella Striscia di Gaza. È sconcertante e inaccettabile che un raduno musicale, di qualunque genere esso sia, venga usato strumentalmente per alimentare una campagna bellica e di sterminio di una popolazione sotto dominio coloniale.
Assistiamo da anni a tentativi da parte dei governi di Israele di rendersi appetibile su un piano pubblico attraverso manifestazioni culturali: il caso più eclatante è quello dell'Eurovision, che spesso si è confugurato come una vetrina mediatica a favore dello stato sionista. Riteniamo che la musica, l'arte e la cultura non siano campi neutri ma luoghi determinanti in cui si riproduce oppressione o, invece, si creano spazi di resistenza e di forme alternativa di esistenza.
Come Smash Repression ci schieriamo senza se e senza ma dalla parte del popolo palestinese. Pensiamo che tutta la scena musicale transnazionale dovrebbe ripudiare e schierarsi contro il tentativo di associare dei momenti musicali a operazioni belliche, di morte e segregazione, totalmente opposte alla musica intesa come veicolo di pace, libertà, cura, solidarietà e unione nelle differenze. Questi principi sono condivisi e portati avanti soprattutto dalle scene underground, che spesso anzi sono nate proprio dal prendere posizione di fronte a soprusi sociali e compiuti dalle forze armate. Non vogliamo rimanere indifferenti all'avanzare della cultura dello sterminio.
Dalla parte dell3 oppress3, in Italia si scende in piazza il 23 e 24 Febbraio a Milano, dove si terrà la manifestazione nazionalea fianco del popolo palestinese. Esprimiamo piena solidarietà a coloro che sono stat3 brutalmente caricat3 in diverse città italiane nei cortei di questa mattina.
Smash Repression
#MakeMusicNotWar
#SaveGaza #Ceasefire
#RaveThePlanet #TekNoWar
Arab:
ندعوكم جميعًا، كبارًا وصغارًا، إلى يوم لمواجهة العنصرية من خلال الموسيقى والرقص في قلب بولونينا. نحن نواصل الطرق التي تعارض في هذه الأسابيع القمع المؤسسي والأجواء المضطربة تجاه أولئك الذين يعيشون في الحي في الشوارع والنوادي والساحات، كما حدث مع الموكب الذي اعقب الإغلاق القسريل"Sunshine Pub" وبعد كرنفال الشارع يوم الأحد 18.
نحن نصنع الشوارع آمنة!
القمع المتزايد في بولونينا وفي مناطق شعبية أخرى لا ينشأ فقط على يد هذه الحكومة، بل يدخل في عملية سيطرة وتجديد وطرد للأشخاص ذوي الدخل المحدود على مدى عقود، بمن فيهم أولئك الذين ليس لديهم وثائق قانونية، فضلاً عن الأعمال التجارية الصغيرة وأماكن التجمع التي كانت تراثًا وذاكرة للحي. على العكس، نعتقد أن هذه المساحات هي بالفعل حامية مفيدة ضد العزلة والضائقة الاجتماعية التي يفرضها الفقر.
"أنتم تزخرون بالزخرفة، نحن بالأساس" ليس مجرد شعار، بل هو نهج حياتي نود من خلال مسيرة "ضد القمع" أن نواصله مع افراد وجماعات آخرين لمقاومة منطق السيطرة الاستعمارية والعنصرية والنهب الذي يغير الحي بمزيد من العنف
في 25 فبراير، ابتداءً من الساعة 14، سنحول Piazza dell'Unità إلى نقطة احتجاج موسيقية واحتفالية، تعبيرًا عن إيقاعات وحيوية هذه الشوارع المختلطة التي تحفها هذه المدينة، من قبل ومن أجل الأشخاص الذين يعبرونها كل يوم
"لنكافح من أجل حقوقك! نراكم في 25.. لإسترجاع"Bolognina".
FR:
This sound antiraz! 25/2/24 dalle ore 14 @Piazza dell'UNiTA' (FR)
Nous invitons tous, grands et petits, à une journée pour réaffirmer encore une fois notre NON au racisme institutionnel et à la repression policière avec de la musique et des ballets et solidarité au coeur de la Bolognina. On ajoute des contenus décoloniales et solidales aux parcours qui au cours de ces semaines se sont opposés à la repression institutionnelle, conséquence de la militarisation périodique du quartier, qui voit les résidents et les activités commerciales gérées ou fréquentées par des personnes racialisée comme otage de la gestion urbaine de la ville la plus progréssiste d'Italie.
Les rues sures c'est nous!
Le climat de répression constante dans la Bolognina comme dans des autres quartiers populaires ne nait pas uniquement par volonté de ce gouvernement, mais s'inscrit dans un processus sur plusieurs décennies de surveillance, gentrification et expulsion des personnes les plus défavorisées, irregulières et marginalisées, en faveur de ceux qui ont des activités commerciales aux prix inaccessibles pour toutes les couches sociales auquels la population résidente appartient.
Au contraire, on pense que l'ouverture et l'accessibilité de tous les espaces publics qui sont encore fermés, avec la possibilité d'expérimenter la rue et la lutte contre le profilage racial, peuvent être une solution pour l'isolement et le malaise social résultant d'années de gentrification et du "rien" qui a progressé.. "Vous decor, nous de Coeur" n'est pas seulement un slogan, mais une façon de vivre que nous entendons suivre à travers la voie de Smash Repression avec d'autres personnes et collectives pour contraster les logiques coloniales, racistes et prédatrices de domination qui transforment le quartier avec de plus en plus de violence. Le 25 février, à partir de 14 heures, nous installerons un présidium de protestation, musical et festif sur Piazza dell'Unità, expression des rythmes et de la vitalité qui animent ces rues, par et pour les personnes qui les traversent chaque jour.
Musique live -ateliers et jonglerie – dj set – cuisine populaire – débat antiracist et sur la consommation des drogues et la crimininalisation.
Toutes les couleurs sont belles !!! Réndez-vous le 25… pour reprendre la Bolognina. Ouverture musique live par les garçons du quartier. #SmashRacism #SmashAmoIlQuartiere
ESP:
¡ESTO SUENA ANTIRAZ! 25/2/2024 a partir de las 14h @ Piazza dell'Unità
Invitamos a todos3, jóvenes y mayores, a una día en el que una vez más reafirmamos nuestro NO al racismo institucional y a la represión policial al son de la música y la solidaridad en el corazón del barrio Bolognina. Añadimos contenido decolonial y solidario a los trayectos que en las últimas semanas se han opuesto a la represión institucional, consecuencia de la militarización que periódicamente sufre el barrio, y que ve cómo vecinos y comercios gestionados o frecuentados por personas racializadas son rehenes de la gestión urbanística de la ciudad más progresista de Italia.
Las calles seguras las hacemos nosotrxs!
El clima de represión constante en Bolognina, como en otros barrios populares, no es sólo obra de este gobierno, sino que forma parte de un proceso de décadas de control, gentrificación y expulsión de los menos privilegiados de la ciudad. Por el contrario, creemos que la apertura y la accesibilidad de todos los espacios públicos que aún permanecen cerrados, así como la posibilidad de vivir la calle y la lucha contra el etiquetado racial, pueden ser una solución contra el aislamiento y el malestar social resultantes de años de gentrificación y de la nada que ha avanzado. Voi decoro, noi de Core" no es sólo un eslogan, sino un modus vivendi que a través del camino de Smash Repression pretendemos perseguir junto con otrxs individuxs y colectivxs para hacer frente a las lógicas de dominación coloniales, racistas y depredadoras que están transformando el barrio, con una violencia cada vez mayor. El 25 de febrero, a partir de las 14.00 horas, instalaremos en la Piazza dell'Unità un presidio reivindicativo, musical y festivo, expresión de los ritmos y de la vitalidad que animan estas calles, por y para la gente que las cruza cada día.
Música en directo – talleres y malabares – dj set – cocina popular – debate antiracista y sobre las drogas y la criminalización y consumo en el barrio
¡All Colours Are Beautiful! Nos vemos el 25… para retomarnos la Bolognina. Inauguración música en directo a cargo de lxs regaz del barrio.
#SmashRacism #SmashAmoElBarrio
ITA:
THIS SOUND ANTIRAZ! 25/2/2024 dalle ore 14 @ Piazza dell'Unità
Invitiamo tutt3, grandi e piccini, ad una giornata in cui ribadire ancora una volta il nostro NO alla razzismo istituzionale ed alla repressione poliziesca a suon di musica e sballetti e solidarietà nel cuore della Bolognina. Aggiungiamo contenuti decoloniali e solidali ai percorsi che in queste settimane si sono opposti alla repressione istituzionale, conseguenza della militarizzazione periodica del quartiere, e che vede i residenti e le attività commerciali gestite o frequentate da persone razzializzate ostaggio della gestione urbanistica della città più progressista d'Italia.
Le strade sicure Siamo noiAltrE! Il clima di costante repressione in Bolognina come in altre zone popolari non nasce solo per mano di questo Governo, ma si inscrive in un processo decennale di controllo, gentrificazione ed espulsione delle persone meno abbienti, irregolari e marginalizzate, in favore di chi rende le proprie attività commerciali inaccessibili per i prezzi a tutti gli strati sociali a cui appartiene la popolazione residente. Invece crediamo che l'apertura e l'accessibilità di tutti gli spazi pubblici ancora chiusi, oltre alla possibilità di vivere le strade, ed il contrasto alla profilazione razziale, possano essere una soluzione contro l'isolamento e il disagio sociale conseguenti ad anni di gentrificazione ed al nulla che è avanzato.."Voi decoro, noi de Core" non è solo uno slogan, ma un modus vivendi che attraverso il percorso di Smash Repression intendiamo portare avanti insieme ad altrx singol3 e collettiv3 per contrastare le logiche di dominio coloniali, razziste e predatorie che trasformano con sempre più violenza il quartiere. Il 25 Febbraio, a partire dalle ore 14 diamo vita a un presidio di protesta, musicale e festante in Piazza dell'Unità, espressione dei ritmi e della vitalità, che animano queste strade, da e per le persone che le attraversano ogni giorno.
Live music – laboratori e giocoleria – dj set – cucina popolare – dibattito antiraZ e sul consumo e spaccio di sostanze e la criminalizzazione nel quartiere.
All Colours Are Beautiful!!! Ci vediamo il 25.. per riprenderci la Bolognina. In apertura live music dax regaz del quartiere. #SmashRacism #SmashAmoIlQuartiere
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Restituiamo il contenuto audio della tavola rotonda che si è tenuta in piazza Scaravilli a Bologna il 21 Dicembre scorso, su free party e spazio pubblico, con lo scrittore Vanni Santoni, Lab57 (Laboratorio antiproibizionista/RDR Bologna), Movimento Arti Libere Bologna
Clicca qui per scaricare il file
Non ti accorgi che ogni giorno che passa le nostre libertà e i nostri spazi di espressione vengono limitati sempre di più? La logica del Capitalismo, attraverso la Repressione, continua a stringersi attorno alle nostre vite e alle nostre soggettività non assoggettate alle regole del mercato, andando a colpire chiunque pratichi condotte non conformi al mercato liberale, criminalizzando lotte e ogni forma di dissenso. A più di un anno di distanza dall'entrata in vigore del decreto anti-rave, questo governo Fascista continua ad emanare leggi e decreti restrittivi, come il pacchetto sicurezza e il DDL eco-vandal*.
La loro risposte ai problemi è l'aumento delle pene e della repressione, senza mai affrontare la realtà dei fatti. E mentre lo stato elogia il decoro urbano e la sicurezza pubblica, nel mondo finanzia le guerre e volta le spalle al genocidio del popolo palestinese. Contro tutto questo è nato Smash Repression, una rete nazionale anti repressiva che mette assieme collettiv*, crew, spazi sociali, occupazioni e singol*. Ogni territorio ha lottato con pratiche differenti, quali street parade, TAZ e altre forme di protesta. Il 10 Febbraio dalle 15 ci vediamo a Roma nel centro sociale occupato autogestito Forte Prenestino per approfondire temi attraverso chiacchiere pubbliche, il ballare e il lottare insieme.
Invitiamo tutte le realtà militanti e singol* a partecipare ai tavoli tematici per parlare di:
– Riduzione del rischio, violenza di genere, inclusività e decostruzione dell'abilismo tramite pratiche condivise: La cura de* prossim* e l'inclusività sono elementi fondamentali in momenti autogestiti e di dissenso. Gli spazi safer li facciamo noi, con le nostre pratiche, senza lasciare nessun* indientro. Troppo spesso vediamo anche dentro i movimenti atteggiamenti violenti. Parliamone e agiamo!
– Repressione, decreto anti-rave e pacchetti sicurezza: Siamo convint* della trasversalità delle lotte, la repressione ha spesso la stessa faccia. Troviamo metodi per difenderci insieme dai decreti restrittivi, Organizziamoci per resistere e cospirare insieme.
– Media e contro-informazione: La prima repressione che subiamo è quella della narrazione falsata che i media agiscono contro il dissenso e contro le minoranze. Vogliamo agire creando mezzi di informazione alternativi. Discutiamo delle alternative ai grandi media e ad un utilizzo corretto dei social e degli strumenti video in momenti di lotta e di massa. Il ricavato della giornata andrà a finanziare le prossime azioni ed iniziative di Smash Repression
Appunti d'autunno 2023, ancor validi…
Con l'avvento del Governo Meloni e accoliti a Palazzo Chigi abbiamo "assistito" come primo show reazionario alla triste e becera iper-spettacolarizzazione del "Whichtek" a Modena, che ha fatto da apripista all'introduzione del disegno di legge "Anti-Rave"; questo, dopo qualche ritocco e qualche malumore sull'incostituzionalità del pacchetto, è poi divenuto legge a fine 2022. Il target, che inizialmente pareva colpire qualsiasi forma di raduno non autorizzato per questioni di "sicurezza pubblica", è quantomai evidente: la demonizzazione dell'alterità e della non subalternità di forme di espressione non conformi alle direttive del potere, sia statale che locale, e non mercificabili. Nondimeno, quando si parla di contesti come i "rave" e i "freeparty", l'accento sulla pubblica "sicurezza" e sul pubblico "decoro" cade sovente sulla libertà di circolazione e di uso di sostanze illecite, dinamiche pertanto soggette a sanzioni, perseguibili e punibili.
Il grado di perseguibilità che lo Stato nelle sue forme di rappresentanza applica di volta in volta discende non tanto dalla nocività presunta del consumo e delle sue forme di distribuzione, quanto dal contesto socio-culturale e dalle forme di consenso che vengono plasmate dalla e per la sfera pubblica.
Ci siamo trovati dopo il rave di Ferragosto del 2021 di Valentano a una spaventosa distorsione mediatica, come descrive benissimo il fumetto di Van San Nalsc, di demonizzazione a 360° a cui sono succedute diverse misure atte a serrare le fila della repressione contro questi raduni, con tanto di annunciazioni a mezzo stampa su "coordinamenti interforze anti-rave" tra prefetti e questure regionali, interventi polizieschi (Toscana, Sicilia, Emilia-Romagna, Salento e via discorrendo), migliaia di fogli di via comminati in occasione di diverse feste, minacce di applicazione di dispositivi come la sorveglianza speciale ad alcuni membri di crew che han portato avanti la pratica della riappropriazione di spazi dismessi da ormai generazioni.
Nondimeno, da due anni, l'accanimento della stampa non solo destrorsa ha portato a inflazionare il termine "rave" a tutte quelle forme di diversione giovanile riducibili a problema, o presunto tale, di ordine pubblico: così nel processo vorticoso che instilla una percezione differente dal significato terminologico antecedentemente datosi, è divenuto rave il bivaccare in un parco quanto ascoltare musica dal telefonino nelle piazze bevendo due birre, finanche a karaoke non autorizzati nei locali.
È attraverso questo humus allarmista (o meglio, una brodaglia) che si è arrivati al decreto anti-rave. E' importante collocare bene questo avvenimento all'interno della digressione culturale e del restringimento progressivo delle libertà di espressione e di manifestazione all'interno del paese e più in generale nella Fortezza Europa: solo tra dieci e quindici anni fa le piazze dei principali centri urbani erano spazi fruibili alla sosta e all'interscambio tra persone senza limitazioni orarie, ora sono quasi attraversate costantemente più da pattuglie – non di rado da militari – che da persone, per dare una idea. In questo contesto il decreto anti-rave, che demonizza una modalità di incontro ed espressione già di per sé illegale e anti-autoritaria, è la cristallizzazione del termometro sociale riguardo a forme spontanee di alteritá e insubordinazione cosciente, frutto di un processo ultra-decennale.
L' alteritá passa, indubbiamente, anche dalla libertà di assunzione e di sperimentazione individuale e in forma collettiva di sostanze, la cui illegalità è dettata non solo dall'inasprimento delle pene e dall'intensificazione della mano poliziesca, quanto e in misura abbastanza rilevante dall'installazione del clima fobico e della percezione di pericolosità per l'individuo proprietario nei territori in cui vive.
Non è forse questo il medesimo meccanismo delatorio visto anche durante le restrizioni del Covid, che ora si traduce nelle app di vicinato e nelle continue segnalazioni di giovani che spendono la loro.. giovanilità (passateci il termine) privati degli ultimi spazi 'pubblici' rimasti, comunque già ristretti e soffocati? Ecco qui che il 'rave', il suo anticonformismo e il suo divenire spazio pubblico temporaneo attraverso modalità di de-privatizzazione, diviene un mostro. Le tecniche di repressione e controllo a queste forme determinano anche il grado di irregimentazione sociale, e di affinamento di dispositivi securitari estensibili e adattabili. E fanno sponda sulla extra-mediatizzazione di fenomeni complessi e contraddittori quali quelli dello spaccio e del consumo. Non a caso si è visto, con l'insediamento di Meloni-Piantedosi una propaganda sempre più serrata contro le micro-criminalità, con controlli a tappeto nei quartieri a maggiore impatto dei principali centri-urbani; in questa modalità convivono sia l'irregimentazione psico-sociale del "cittadino", che deve sentire la presenza poliziesca che lo circonda, e avvalersi di essa per il SUO "bene", e il tracciamento delle persone che sfuggono alle logiche di mercato convenzionali, a partire da quello del lavoro e del consumo normato.
Questa volontà non velata di implementazione stringente del ruolo della Polizia nella vivibilità delle persone è oltremodo confermata dall'inasprimento sollecitato nel nuovo Codice della Strada proposto dall'attuale ministro delle Infrastrutture. Se gli aspetti sanzionatori sono il cuore di tale disegno, non si può non notare quanto ci si soffermi in particolare sulla demonizzazione e criminalizzazione ulteriore di chi verrebbe trovato alla guida sotto sostanze stupefacenti. Un asset proibizionista tout court cavalcato in pompa magna da Salvini in persona, che si innesta sul solco della "guerra agli indisciplinati", e che sposta il focus mediatico più sulla presunzione di pericolosità di una persona sotto effetto di droghe che su altre dinamiche come gli stupri e gli incidenti dettati da alcol, per dirne due..
Lo si nota accendendo il TG nazionale, dove per settimane la propaganda proib. sta facendo doppia leva sulle dichiarazioni di Salvini da un lato, e dalle "incredibili" operazioni delle FdO con retate anti-spaccio, inflazionando anche qui lo spazio e il tempo di consumo delle notizie a prescindere dall'importanza effettiva che esse potrebbero avere in TG nazionali o regionali..
Riprendendo le puntuali osservazioni di fuoriluogo.it:
"Salvini vuole introdurre una presunzione di colpevolezza dei consumatori di sostanze, in un tentativo surrettizio di inasprimento della già severissima normativa sulle droghe.Tanta enfasi non trova giustificazione nei numeri, né tanto meno in un vuoto normativo. L'art. 187 del Cds prevede già l'arresto fino ad un anno, l'ammenda fino a 6000 euro e la sospensione della patente, ed il Codice penale considera le aggravanti nel caso di omicidio stradale. I numeri poi non permettono di annoverare il fenomeno fra le prime cause di incidenti stradali. I dati puntualmente anticipati dal Libro Bianco sono stati confermati dalla relazione del Governo depositata il 19 luglio scorso, e malgrado si sappia che "se torturi i dati abbastanza, alla fine confesseranno quello che vuoi" (D. Huff, 1954), è difficile mascherare in qualche modo il fallimento sociale della normativa sulle droghe. La Relazione al Parlamento riporta infatti che solo nell'1,6% degli incidenti del 2021 è stata rilevata l'alterazione dello stato psico-fisico per uso di stupefacenti di uno dei conducenti. Nella relazione di quest'anno vengono anche buttati lì i dati sulla positività nelle analisi tossicologiche su persone decedute per cause violente. Fra i 780 casi del 2022, 103 fanno riferimento a morti sulle strade. Questi, come sanno bene i tossicologi, non dicono molto sulla effettiva influenza che la sostanza può aver avuto nella dinamica dell'incidente, non solo perché incompleti e parziali (manca il numero totale dei test, e non tutte le vittime vi sono sottoposte), ma soprattutto perché le sostanze psicoattive rimangono presenti nei liquidi biologici per molto tempo dopo aver terminato l'effetto alterante. Non trova poi alcuna giustificazione la presenza dei dati relativi al totale degli omicidi colposi a seguito di incidente stradale, che è un dato generale e non circostanziato all'uso di sostanze."
Ci sembra importante cercare di inquadrare dunque la discriminazione accentuatasi negli ultimi anni contro il mondo raver all'interno di un disegno più ampio di limitazione, in un crescendo esponenziale, di libertà di espressione individuale quanto collettiva, ma non solo: il rischio di un ulteriore giro di vite proibizionista volto a creare e sofisticare dispositivi di repressione contro reietti, poveri e categorie già di per se discriminate, a partire da un controllo sempre più capillare delle forme di relazione, movimento e aggregazione nel territorio.. E' da questa constatazione che si dà, tra altre, la necessità – per affermare e accrescere le potenzialità del movimento free-tekno e dei free-party – di guardare ai territori e di connettersi ancor di più con essi e le forme che li vivono e che in essi lottano. A riguardo di questo clima di demonizzazione delle alterità nel "bel Paese" segnaliamo l'ingresso del CBD nella tabella delle sostanze stupefacenti, e il relativo ritiro dai negozi appositi, come ulteriore assist all'industria farmaceutica tradizionale?
Gli ultimi fatti di cronaca hanno evidenziato ancora una volta come la violenza di genere sia strutturale. La morte di Giulia Cecchettin e la forza e la determinazione di sua sorella Elena hanno sollevato un dibattito pubblico di enorme rilevanza e potenziale sulla violenza di genere. Esprimiamo solidarietà a tutt* le survivor che sulla propria pelle vivono le conseguenze di un sistema marcio e machista governato da maschi bianchi.
Il movimento "Smash Repression" nasce per contrastare il cosiddetto decreto anti-rave, che per noi rappresenta un ulteriore tentativo di reprimere la libera espressione dei corpi e la socialità non mercificata. Riteniamo nostra e vicina ogni lotta contro la repressione e la discriminazione che attraversano la nostra società. Crediamo che la lotta transfemminista ci riguardi e ci sentiamo parte di essa, come alleate e alleati.
Sappiamo bene che il femminicidio e lo stupro sono solo la punta dell'iceberg della cultura patriarcale, alla base ci sono atteggiamenti e abitudini sessiste e machiste ancora ben radicate nella società in cui viviamo, e che ogni giorno rendono non sicure le strade e gli spazi per chi li attraversa. È oggi necessario impegnarsi nel riconoscere quegli atteggiamenti e contrastarli perché si riproducano sempre meno i contesti che causano e legittimano discriminazioni, violenze, molestie, stupri e femminicidi.
Nell'ultimo anno, più volte, in tante città italiane e non solo, siamo scesə in strada in migliaia per ribellarci alla violenza dello Stato e ai suoi strumenti repressivi. Riteniamo che le strade e lo spazio pubblico vadano attraversati in modo autogestito e autorganizzato, condividendo e promuovendo pratiche di cura reciproca. Con le pratiche che mettiamo in atto nelle street parade e nei free party proviamo a liberare tempo e spazio dalle logiche del consumo. Lo facciamo per non sentirci e non essere schiavə del processo di normalizzazione delle soggettività. Tali pratiche rispecchiano un pensiero antifascista e anticapitalista, che per noi sono strettamente collegati all'antirepressione, al transfemminismo, all'antirazzismo e all'antiproibizionismo. Tuttavia non possiamo pensarli come spazi già liberati, ma solo come esperienze di liberazione sempre imperfette e in continuo divenire.
Tuttə quantə dobbiamo impegnarci per creare le condizioni di possibilità per distruggere ruoli e rompere le regole imposte con cui in tanti* continuamente ci confrontiamo.
Per far questo cerchiamo di portare avanti il nostro percorso mettendoci in discussione e chiedendoci che tipo di contributo possiamo dare ad ogni lotta e come passiamo essere noi ridefinit* da queste. Sappiamo molto bene che nessunə di noi vive al di fuori della cultura patriarcale. Troppo spesso ancora la violenza si riproduce nei nostri percorsi e dobbiamo fare il possibile ogni volta per reagire collettivamente, difenderci e creare nuovi anticorpi. Ci impegniamo a trovare strategie per rendere sicuri gli spazi che attraversiamo, per liberarli davvero dalla macchina capitalista e machista che ci opprime ed al contempo definisce in maniera normativa i nostri orizzonti sin dalla nascita. Vogliamo sentirci parte della lotta transfemminista e scendiamo in strada per portare un nostro punto di vista sulle dinamiche machiste che purtroppo si riproducono anche nei momenti di festa e negli spazi liberati, ma anche per responsabilizzarci e decostruire individualmente e collettivamente comportamenti tossici.
Sabato 16 scenderemo in piazza con Non Una Di Meno per urlare assieme:
Basta violenza maschile e di genere!
Sabato scorso siamo scesx in tantissime in strada a Bologna, come in altre città, tutte unite con lo stesso obiettivo: dire NO alla repressione che di questi tempi colpisce sempre più duramente chiunque si oppone a questo modello di sviluppo insensato, partendo dal decreto anti-rave che ha posto in primis noi stessx più che mai sotto attacco, con pene assurde e una criminalizzazione volta a farci passare come il peggior male della società, insieme a migranti e militanti politici.
Abbiamo scelto di farlo proprio nei giorni in cui si è ricordata la liberazione dal nazi-fascismo, per ribadire che resistere e lottare è, oggi come ieri, importante e necessario.
Ventimila persone – e chissà, molte di più – si sono riprese le strade contro le retoriche del decoro, del degrado e della sicurezza portate avanti dai vari partiti di destra, così come della sinistra "progressista" che governa la città e la regione, rifiutando il divertimento consumistico e la desertificazione sociale imposta dall'alto, e rivendicando un altro modo di stare insieme.
Abbiamo ballato e continueremo a farlo, per ricordare che c'è chi non si arrende nelle carceri, per le strade, alle frontiere, contro il razzismo e il sessismo che permea sempre più questa società, nello spazio pubblico così come nel privato, e contro ogni discriminazione.
I giorni successivi alla street abbiamo assistito, sulla stampa e sui media, al solito teatrino politico dei vari partiti, che, come da copione, non hanno altro da dire che lamentarsi di scritte sui muri e disagi al traffico. Poco ci importano le commedie di questi politicanti, lottiamo per la riappropriazione della nostra vita e degli spazi, per dargli un altro significato, libero dal capitalismo.
Sappiamo che il nostro percorso, fatto di messa in rete di esperienze e nuove connessioni, ascolto reciproco e condivisione, non passa solo da un evento; è con questo spirito che continueremo a produrre iniziative e confronto, tra realtà in regione e non solo, con le crew e le esperienze autogestite e solidali.
Continueremo a ribadire le nostre ragioni di ravers e sognatori, per il no ad un mondo di carceri e confini, il No al 41 bis, ad abusi e violenze di genere!
La Rete di Riduzione del Danno è stata presente durante la parata, con la zona chill out, creando così un momento libero dal giudizio nei confronti del consumo di sostanze che stimola le soggettività ad avere un approccio consapevole.
Abbiamo dato vita a un momento unico, che ci ha visto tracimare nelle strade bolognesi ed esprimere la nostra voglia di libertà senza sosta: nelle diversità, un unico interminabile corpo collettivo: il 22 abbiamo visto come la voglia di partecipare e di stringersi attorno alla nostra lotta sia tanta, non disperdiamo questa straordinaria energia!
Esprimiamo solidarietà al carro incendiato, poteva essere di chiunque di noi, al loro fianco danzeremo per fare la nostra rivoluzione!
A presto per ulteriori iniziative e momenti di confronto.
Smash Repression ER
> qui il link dove contribuire alla raccolta fondi per il carro e materiale audio!