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(Just one moment)

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15/11/2024 ore 18 Presentazione e anteprima di “Interdit” + dibattito e socialità c/o Lazzaretto Autogestito

 

SMASH REPRESSION E LX ABITANTX DEL LAZZARETTO (via Fiorini 12, 40127, Bologna)
INVITANO ALLA VISIONE IN ANTEPRIMA DI “INTERDIT”,
UN DOCUMENTARIO SULLA LIBERA ESPRESSIONE,

SIA ESSA MUSICALE CHE DI ALTRA NATURA, E LA REPRESSIONE SEMPRE PIÙ SPINTA DEL GOVERNO NEGLI ULTIMI DUE ANNI

*ALLE ORE 18:00 VI ASPETTIAMO PER UNA INTRODUZIONE MUSICALE SET ELECTRO-DISCO, ACCOMPAGNATA DA BANCHETTI – INFO – DISTRO ->
APERITIVO,
DALLE 20:00 PRESENTAZIONE E A SEGUIRE PROIEZIONE
+ DIBATTITO E SOCIALITÀ

RISPETTA TE STESS@/LX ALTRX, LX CREATURX CHE STANNO INTORNO
BE ANTIFA, ANTISEXIST, ANTIRACIST!

> PORTA IL TUO BANCHETTO/DISTRO (lucine e quant’altro possa sembrarti utile)

*IMPORTANTE: IL LAZZARETTO NON E VICINISSIMO (POCO DOPO IL LINK E NON CI SONO GRANDI CICLABILI NÈ MARCIAPIEDI, I MEZZI DI COLLEGAMENTO DI LINEA SI TROVANO A 20 MIN A PIEDI DALLO SPAZIO (20, 20N, 14, 21, LINEE NOTTURNE 1H MIN IL WEEKENDI, ORGANIZZATX CON I MEZZI (RIEMPIENDOLI IN BALOTTA E CURAI O PORTA LA BICI CON LUCI ADATTE A OGNI CLIMA!

INGRESSO UP TO YOU, OFFERTA MINIMA CONSIGLIATA PER SOSTENTAMENTO AUTOGESTIONE E COLLETTIVE!

 

**Foto e sound locandina di @dreadlionsound @elvezzz (on Instagram)

SISTEMA EMILIA-GLOBO: DISASTRO AMBIENTALE ED ECOCIDIO? ALLE RETORICHE DEI GOVERNANTI RISPONDIAMO CON MUTUALISMO E SOLIDARIETA’, CURA E RIBELLIONE

L’Emilia-Romagna, negli ultimi tempi, è stata protagonista di diverse alluvioni che hanno avuto ripercussioni a livello sociale e ambientale.

Prendiamo in considerazione l’aspetto geografico della regione che si trova nell’area del Po, zona soggetta a rischio alluvionale. Il fattore geografico non può essere la giustificazione ai disastri che questa situazione ha creato: distruggendo case, vite, attività.

LA REGIONE EMILIA ROMAGNA è UNA DELLE REGIONI PIU’ CEMENTIFICATE, RIEMPITA DA RETORICHE GREEN CHE ALLA FINE SI DIMOSTRANO DANNOSE PER L’INTERA POPOLAZIONE.

Vengono smantellati pezzi di natura per creare poco utili e nocive strutture, infrastrutture e mezzi, speculando e danneggiando il territorio.
Do you remember Passante Nord, contro il quale si è attivata una campagna di lotta che è di giustizia ambientale e sociale? E l’indifferenza delle istituzioni, locali quanto sovralocali, nell’accoglimento anche fosse parziale di istanze doverose, quanto espressione di una esigenza di tante persone che sviluppano anticorpi comuni contro le nocività.

 

 

ANCHE IN QUESTA OCCASIONE ABBIAMO VISTO ATTIVARSI MOLTI VOLONTARI CHE IN MODO AUTORGANIZZATO HANNO DATO SUPPORTO IN QUALSIASI MANIERA POSSIBILE.

L’AUTOGESTIONE COME SEMPRE DA’ VITA A MAGNIFICHE MODALITA’ DI INTENDERE I RAPPORTI SOCIALI FUORI DAL PROFITTO. 

Quello attuale è uno dei momenti più duri per l’intera regione oltre che capoluogo e dintorni ancora isolati dalla seconda guerra mondiale all’oggi. Guerra che riecheggia sempre più fragorosamente ai margini della “Fortezza” Europa, con Stati Uniti a decidere la scelta sull’ approccio bellico con il quale approfondire la crisi internazionale, fatta infiammare dall’aggressione e la furia genocida del vassallo Israele.

Pur non volendo assolutamente collegare i fattori endogeni di ecocidio e genocidio, la voracità capitalistica e di dominio di fondo dell’uomo su “altro”, “oltre” ne sono la concausa determinante.

Contiamo migliaia di sfollate, stime miliardarie per ricostruzione e riprogettazione, con fondi comuni posticipati al 2027.

Ai blackout e alcuni disfunzionamenti del sistema idraulico, smottamenti e frane sempre più evidenti, rispondiamo ponendo maggior attenzione a ciò che ci circonda, alle nostre interazioni con l’habitat, alla coordinazione mutualistica e aperta alle differenze. Come si è detto a gran voce nelle composite giornate della rete NoG7 Salute ad Ancona, culminate con la Street del 12/10: “Se il sistema è malato, la ribellione è la cura!”

[Vedi foto/deco/discorso del carro a tema “ecologia e salute dei territori” Emilia/Nord]

E il cambiamento climatico antropico, accelerato e in qualche modo coaudiuvato dalle ingiustizie e del capitalismo avanzato, necessità di ribellione quanto di prese di parola e espressione, anche di incontro-scontro con sistemi e concatenazioni di pensiero apparentemente simili o difformi, nell’ordine delle possibilità. Qui a Bologna sappiamo, soprattutto in queste ore di grande frenesia, nonchè di messaggi ipocriti da Governanti e oppositori mediatici, quanto autogestione, cura, ribellione siano componenti ineludibili affinchè una macchina collettiva parta e funzioni oltre ogni ostacolo, ogni repressione.

Se questi eventi calamitosi da un lato non possono vedere risposte totalmente efficaci, anzi passibilmente deturpanti, dalle leve del comando, nel breve termine sono destinati a crescere di numero, furia e intensità, e la resistenza ecologica e umana non può non nutrirsi della capacità autogestionaria a 360° di singolx e corpi collettivi. Dalla difesa dei territori e le forme di manifestazione scelte.

Proprio parlando di manifestazioni, riportiamo quella svoltasi ieri, tassello per auspicabili mobilitazioni maggiori nel breve termine:

“Oltre un migliaio di persone hanno partecipato al corteo e alla manifestazione promossa oggi pomeriggio a Bologna da Comitato Besta BO, Comitato contro ogni autonomia differenziata ER, Confederazione Cobas BO, Legambiente ER, Parents for Future BO, Rete Emergenza Climatica e Ambientale ER, Un altro Appennino è possibile, USI CIT BO, MO, PR e RE Un corteo e una manifestazione importante, partecipata e determinata che ha ribadito la richiesta di un cambio di rotta radicale nelle politiche di carattere ambientale sin qui messe in campo. Con essa abbiamo inteso contrastare l’inaccettabile negazionismo del governo, che continua colpevolmente a non mettere in campo piani seri ed efficaci per contrastare il cambiamento climatico e procedere verso la transizione ecologica, e anche la forte assenza e le politiche sbagliate prodotte dalla Regione Emilia-Romagna su questo terreno, a partire dal tanto magnificato Patto per il lavoro e il clima del 2020. La manifestazione, assieme alla vicinanza con le popolazioni colpite dalle quattro alluvioni in Emilia-Romagna nell’ultimo anno e mezzo, ha inteso evidenziare anche le scelte alternative che si tratta di introdurre e che investono l’insieme del modello produttivo e sociale dominante. In particolare, nostri obiettivi sono riassumibili nei seguenti punti: uscita dall’economia del fossile; difesa, ripubblicizzazione ed estensione dei beni comuni; moratoria su tutte le opere che prevedono ulteriore consumo di suolo; cancellazione della legge regionale urbanistica 24/2017 e sua radicale rivisitazione; moratoria e ridiscussione delle grandi opere stradali in rapporto ad un’idea alternativa di mobilità; stop a nuovi impianti a fune volti a incrementare i comprensori sciistici da discesa con grave danno per l’ambiente montano; ridiscussione degli assetti aeroportuali; stop definitivo all’ espansione degli allevamenti intensivi e realizzazione di un programma per il loro superamento; approvazione delle 4 leggi di iniziativa popolare regionale in tema di acqua, rifiuti, energia e stop al consumo di suolo. Infine, la manifestazione ha sottolineato la nostra contrarietà al ddl 1660 “sicurezza”, la svolta repressiva, al venir avanti di un’economia di guerra che rilancia l’economia fossile e, ovviamente, vista anche la concomitanza con le manifestazioni che si sono svolte sempre il 26 ottobre in diverse città, il nostro impegno per affermare la pace, partendo dalla cessazione del fuoco in tutte le aree di guerra. La nostra iniziativa continuerà anche nel prossimo periodo di tempo e ci attendiamo che anche la politica e le amministrazioni si misurino con le questioni che abbiamo avanzato con la manifestazione di oggi. ”

Comitato Besta, lì 27/10/2024

 

LVI lavora e produce per la tekno e per IL DUCE – comunicato

Rendiamo pubblico che c’è un locale in via Mattei n 6 e via Larga 15 a Bologna, (lo stesso immobile con doppia entrata), che organizza serate tekno e Psy, attualmente si chiama Venom. L’intera area dell”ex Consorzio agrario è stata data in custodia giudiziaria a Alessandro Lucia, il quale ha documentati legami con la peggiore destra (Lega e Forza Nuova) (emiliantifa.noblogs.org), un’amicizia datata col viceministro Galeazzo Bignami, nonchè candidato con Forza Italia nel 2016. Aveva manifestato l’intenzione di aprire una palestra nella stessa area, è proprietario del marchio di abbigliamento da combattimento “Cattivi si nasce”, autore di post su Fb inneggianti a Mussolini (Zic.it) e post transfobici. (Staffetta.noblogs.org). Sono facilmente reperibili online dei video di costui che nel 2015/16 si interessa all’area e si prodiga da bravo cittadino a “ripulirla” e “riqualificarla” dall’insediamento di un campo nomadi. Da quel momento riceve la custodia giudiziaria dell’area e Lucia da inizio ai suoi affari. (Corriere di Bologna)

Negli anni cambia sempre nome per darsi una nuova aria, ma la sostanza (e l’odore!) non cambianoConsortium, Articolo-24, Venom.. a volte cambiano nome da un evento all’altro, o omettono l’indirizzo per cammuffarsi.. attualmente l’associazione a cui ci si associa all’ingresso si chiama “Cattivi si nasce”. Rendiamo pubblico tutto ciò per informare chiunque frequenti quel posto che non sta andando in un locale qualsiasi ma sta finanziando un conclamato fascista legato alla peggiore destra al governo, proprio quella della legge anti-rave!

Chiediamo la massima diffusione anche per scongiurare che dj e sound vengano coinvolte e collaborino inconsapevolmente con questo locale. Che d’ora in avanti chiunque metta piede in quel posto lo faccia consapevolmente. Per Smash Repression l’antifascismo è uno dei capisaldi non mediabili. Quello non è un locale qualsiasi, non è un posto dei tanti per andare a ballare o tirar su due soldi per chi suona o fitta un impianto!

Invitiamo pertanto tuttə, crew, dj e artisti, a sensibilizzare e diffondere questo messaggio il più possibile. Chi vuole suonare e partecipare a questi eventi sappia e decida da che parte stare.. per noi non c’è e non ci sarà mai spazio per il fascismo né per chi ci collabora.

Smash Repression Emilia Romagna

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Link utili:

http://www.ecn.org/antifa/article/4893/ma-la-procura-di-bologna-sponsorizza-il-neofascismo-

1) https://emiliantifa.noblogs.org/post/tag/alessandro-lucia/

2) https://zic.it/una-palestra-neofascista-allex-consorzio-agrario/

3) https://staffetta.noblogs.org/post/tag/alessandro-lucia/

canottiera cattivisinsce su profilo Lucia https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=pfbid02Fq7J3bz7thh6fHVw7m5accWXHPzDANKmZKwZMbAfr56HNgUVf1J5cypiCdi9bEeql&id=100006190599078

 

 

Giro di vite, dall’anti-rave alla demonizzazione degli stupefacenti alla guida come dispositivi di controllo e irregimentazione

Appunti d’autunno 2023, ancor validi…

Con l’avvento del Governo Meloni e accoliti a Palazzo Chigi abbiamo “assistito” come primo show reazionario alla triste e becera iper-spettacolarizzazione del “Whichtek” a Modena, che ha fatto da apripista all’introduzione del disegno di legge “Anti-Rave”; questo, dopo qualche ritocco e qualche malumore sull’incostituzionalità del pacchetto, è poi divenuto legge a fine 2022. Il target, che inizialmente pareva colpire qualsiasi forma di raduno non autorizzato per questioni di “sicurezza pubblica”, è quantomai evidente: la demonizzazione dell’alterità e della non subalternità di forme di espressione non conformi alle direttive del potere, sia statale che locale, e non mercificabili. Nondimeno, quando si parla di contesti come i “rave” e i “freeparty”, l’accento sulla pubblica “sicurezza” e sul pubblico “decoro” cade sovente sulla libertà di circolazione e di uso di sostanze illecite, dinamiche pertanto soggette a sanzioni, perseguibili e punibili.

Il grado di perseguibilità che lo Stato nelle sue forme di rappresentanza applica di volta in volta discende non tanto dalla nocività presunta del consumo e delle sue forme di distribuzione, quanto dal contesto socio-culturale e dalle forme di consenso che vengono plasmate dalla e per la sfera pubblica.

Ci siamo trovati dopo il rave di Ferragosto del 2021 di Valentano a una spaventosa distorsione mediatica, come descrive benissimo il fumetto di Van San Nalsc, di demonizzazione a 360° a cui sono succedute diverse misure atte a serrare le fila della repressione contro questi raduni, con tanto di annunciazioni a mezzo stampa su “coordinamenti interforze anti-rave” tra prefetti e questure regionali, interventi polizieschi (Toscana, Sicilia, Emilia-Romagna, Salento e via discorrendo), migliaia di fogli di via  comminati in occasione di diverse feste, minacce di applicazione di dispositivi come la sorveglianza speciale ad alcuni membri di crew che han portato avanti la pratica della riappropriazione di spazi dismessi da ormai generazioni.

 

 

 

Nondimeno, da due anni, l’accanimento della stampa non solo destrorsa ha portato a inflazionare il termine “rave” a tutte quelle forme di diversione giovanile riducibili a problema, o presunto tale, di ordine pubblico: così nel processo vorticoso che instilla una percezione differente dal significato terminologico antecedentemente datosi, è divenuto rave il bivaccare in un parco quanto ascoltare musica dal telefonino nelle piazze bevendo due birre, finanche a karaoke non autorizzati nei locali.

È attraverso questo humus allarmista (o meglio, una brodaglia) che si è arrivati al decreto anti-rave. E’ importante collocare bene questo avvenimento all’interno della digressione culturale e del restringimento progressivo delle libertà di espressione e di manifestazione all’interno del paese e più in generale nella Fortezza Europa: solo tra dieci e quindici anni fa le piazze dei principali centri urbani erano spazi fruibili alla sosta e all’interscambio tra persone senza limitazioni orarie, ora sono quasi attraversate costantemente più da pattuglie – non di rado da militari – che da persone, per dare una idea. In questo contesto il decreto anti-rave, che demonizza una modalità di incontro ed espressione già di per sé illegale e anti-autoritaria, è la cristallizzazione del termometro sociale riguardo a forme spontanee di alteritá e insubordinazione cosciente, frutto di un processo ultra-decennale.

L’ alteritá passa, indubbiamente, anche dalla libertà di assunzione e di sperimentazione individuale e in forma collettiva di sostanze, la cui illegalità è dettata non solo dall’inasprimento delle pene e dall’intensificazione della mano poliziesca, quanto e in misura abbastanza rilevante dall’installazione del clima fobico e della percezione di pericolosità per l’individuo proprietario nei territori in cui vive.

 

 

Non è forse questo il medesimo meccanismo delatorio visto anche durante le restrizioni del Covid, che ora si traduce nelle app di vicinato e nelle continue segnalazioni di giovani che spendono la loro.. giovanilità (passateci il termine) privati degli ultimi spazi ‘pubblici’ rimasti, comunque già ristretti e soffocati? Ecco qui che il ‘rave’, il suo anticonformismo e il suo divenire spazio pubblico temporaneo attraverso modalità di de-privatizzazione, diviene un mostro. Le tecniche di repressione e controllo a queste forme determinano anche il grado di irregimentazione sociale, e di affinamento di dispositivi securitari estensibili e adattabili. E fanno sponda sulla extra-mediatizzazione di fenomeni complessi e contraddittori quali quelli dello spaccio e del consumo. Non a caso si è visto, con l’insediamento di Meloni-Piantedosi una propaganda sempre più serrata contro le micro-criminalità, con controlli a tappeto nei quartieri a maggiore impatto dei principali centri-urbani; in questa modalità convivono sia l’irregimentazione psico-sociale del “cittadino”, che deve sentire la presenza poliziesca che lo circonda, e avvalersi di essa per il SUO “bene”, e il tracciamento delle persone che sfuggono alle logiche di mercato convenzionali, a partire da quello del lavoro e del consumo normato.

Questa volontà non velata di implementazione stringente del ruolo della Polizia nella vivibilità delle persone è oltremodo confermata dall’inasprimento sollecitato nel nuovo Codice della Strada proposto dall’attuale ministro delle Infrastrutture. Se gli aspetti sanzionatori sono il cuore di tale disegno, non si può non notare quanto ci si soffermi in particolare sulla demonizzazione e criminalizzazione ulteriore di chi verrebbe trovato alla guida sotto sostanze stupefacenti. Un asset proibizionista tout court cavalcato in pompa magna da Salvini in persona, che si innesta sul solco della “guerra agli indisciplinati”, e che sposta il focus mediatico più sulla presunzione di pericolosità di una persona sotto effetto di droghe che su altre dinamiche come gli stupri e gli incidenti dettati da alcol, per dirne due..

Lo si nota accendendo il TG nazionale, dove per settimane la propaganda proib. sta facendo doppia leva sulle dichiarazioni di Salvini da un lato, e dalle “incredibili” operazioni delle FdO con retate anti-spaccio, inflazionando anche qui lo spazio e il tempo di consumo delle notizie a prescindere dall’importanza effettiva che esse potrebbero avere in TG nazionali o regionali..

Riprendendo le puntuali osservazioni di fuoriluogo.it:

“Salvini vuole introdurre una presunzione di colpevolezza dei consumatori di sostanze, in un tentativo surrettizio di inasprimento della già severissima normativa sulle droghe.Tanta enfasi non trova giustificazione nei numeri, né tanto meno in un vuoto normativo. L’art. 187 del Cds prevede già l’arresto fino ad un anno, l’ammenda fino a 6000 euro e la sospensione della patente, ed il Codice penale considera le aggravanti nel caso di omicidio stradale. I numeri poi non permettono di annoverare il fenomeno fra le prime cause di incidenti stradali. I dati puntualmente anticipati dal Libro Bianco sono stati confermati dalla relazione del Governo depositata il 19 luglio scorso, e malgrado si sappia che “se torturi i dati abbastanza, alla fine confesseranno quello che vuoi” (D. Huff, 1954), è difficile mascherare in qualche modo il fallimento sociale della normativa sulle droghe. La Relazione al Parlamento riporta infatti che solo nell’1,6% degli incidenti del 2021 è stata rilevata l’alterazione dello stato psico-fisico per uso di stupefacenti di uno dei conducenti. Nella relazione di quest’anno vengono anche buttati lì i dati sulla positività nelle analisi tossicologiche su persone decedute per cause violente. Fra i 780 casi del 2022, 103 fanno riferimento a morti sulle strade. Questi, come sanno bene i tossicologi, non dicono molto sulla effettiva influenza che la sostanza può aver avuto nella dinamica dell’incidente, non solo perché incompleti e parziali (manca il numero totale dei test, e non tutte le vittime vi sono sottoposte), ma soprattutto perché le sostanze psicoattive rimangono presenti nei liquidi biologici per molto tempo dopo aver terminato l’effetto alterante. Non trova poi alcuna giustificazione la presenza dei dati relativi al totale degli omicidi colposi a seguito di incidente stradale, che è un dato generale e non circostanziato all’uso di sostanze.”

Ci sembra importante cercare di inquadrare dunque la discriminazione accentuatasi negli ultimi anni contro il mondo raver  all’interno di un disegno più ampio di limitazione, in un crescendo esponenziale, di libertà di espressione individuale quanto collettiva, ma non solo: il rischio di un ulteriore giro di vite proibizionista volto a creare e sofisticare dispositivi di repressione contro reietti, poveri e categorie già di per se discriminate, a partire da un controllo sempre più capillare delle forme di relazione, movimento e aggregazione nel territorio.. E’ da questa constatazione che si dà, tra altre, la necessità – per affermare e accrescere le potenzialità del movimento free-tekno e dei free-party – di guardare ai territori e di connettersi ancor di più con essi e le forme che li vivono e che in essi lottano.  A riguardo di questo clima di demonizzazione delle alterità nel “bel Paese” segnaliamo l’ingresso del CBD nella tabella delle sostanze stupefacenti, e il relativo ritiro dai negozi appositi, come ulteriore assist all’industria farmaceutica tradizionale?

 

CONTRO LA TORTURA DEL 41 BIS, DALLA PARTE DI CHI LOTTA

Nei giorni scorsi alcune compagnx bolognesx e trentinx hanno ricevuto un avviso di apertura indagini per fatti inerenti alla mobilitazione in solidarietà ad Alfredo Cospito contro l’ergastolo ostativo e la tortura del regime di 41 bis. L’accusa si riferisce all’articolo 270bis, associazione sovversiva con finalità di terrorismo, un dispositivo giudiziario volto a spezzare la solidarietà e a colpire chi lotta per un mondo senza galere.

Alle due Street Parade che hanno attraversato Bologna al grido di “Smash Repression!” siamo scese nelle strade per rivendicare il corpo come strumento di lotta; in queste occasioni non è mancata la solidarietà a chi, in sciopero della fame da mesi e non avendo altri mezzi, stava usando il suo per rompere il muro di silenzio e omertà intorno al carcere duro. Sui carri e per le strade, striscioni, comunicati, scritte sui muri, in tantissimi si sono espressi contro la società carceraria al fianco di Alfredo.

In questo contesto di recente alcunx compagnx hanno ricevuto denunce per imbrattamento e resistenza a pubblico ufficiale relative alla street che ha attraversato Bologna a dicembre 2022.

In tutta Italia in questi giorni molte compagne e compagni stanno subendo indagini, perquisizioni, oltre che misure cautelari.

Sembra che lo Stato voglia punire duramente, e con ogni mezzo, chiunque abbia osato o intenda supportare questa mobilitazione.

Esprimiamo la nostra solidarietà alle compagne e ai compagni colpitə.

Chi lotta non è mai solo!

THE ANTI-RAVE LAW IS WELL WORTH A STREET PARADE! 20K PEOPLE SAY “NO!” TO REPRESSION [Eng]

On Saturday, April 22, we took to the streets of Bologna in great numbers, as in other cities, all united with the same goal: to say NO to the repression that these years hits harder and harder anyone who opposes this insane model of development, starting with the anti-rave decree that has placed us ourselvesx more under attack than ever before, with absurd punishments and a criminalization aimed at making us pass as the worst evil in society, along with migrants and political activists.

We chose to do that on the days when the liberation from Nazi-fascism was remembered, to reiterate that resisting and fighting is, today as yesterday, important and necessary.

Twenty thousand people – and who knows, many more? – took back the streets against the rhetoric of decorum, decay and security brought forth by the various parties of the right, as well as the “progressive” left that governs the city and the region, rejecting consumerist entertainment and social desertification imposed from above, and claiming another way of being together.

We dance and will continue to do so, to remember that there are those who do not surrend in prisons, on the streets, at the borders, against the racism and sexism that increasingly permeates this society, in public space as well as in private, and against all forms of discrimination.

The days following the street we witnessed, in the press and media, the usual political theater of the various parties, who, as per script, have nothing to say but complain about writing on walls and traffic disruptions. We do not care at all about the plays of these politicians, we fight for the reappropriation of our lives and spaces, to give them another meaning, free from capitalism.

We know that our path, made up of networking experiences and new connections, mutual comprehension and sharing, does not pass by an event alone; it is with this spirit that we will continue to produce initiatives and confrontation, between realities in the region and beyond, with self-managed organizations, crews and solidarity experiences from below.

We will continue to reaffirm our reasons as ravers and dreamers, for the No to a world of prisons and borders, the No to 41 bis, to gender abuse and violence!

The Harm Reduction Network was present during the parade, with the chill out zone, thus creating a moment free of judgment towards substance use that stimulates subjectivities to have a conscious approach.

We created a unique moment, which saw us overflowing into the streets of Bologna and expressing our desire for freedom with no borders: in diversity, a single endless collective body: on the 22nd we saw how the desire to participate and to huddle around our struggle is so great, let us not disperse this extraordinary energy!

We express solidarity with the burned wagon, it could have been any of us, by their side we will dance to make our revolution!

 

See you soon for more initiatives and moments of confrontation.

 

STU DECRET CE STA… STREET! VENTIMILA NO ALLA REPRESSIONE

Sabato scorso siamo scesx in tantissime in strada a Bologna, come in altre città, tutte unite con lo stesso obiettivo: dire NO alla repressione che di questi tempi colpisce sempre più duramente chiunque si oppone a questo modello di sviluppo insensato, partendo dal decreto anti-rave che ha posto in primis noi stessx più che mai sotto attacco, con pene assurde e una criminalizzazione volta a farci passare come il peggior male della società, insieme a migranti e militanti politici.

Abbiamo scelto di farlo proprio nei giorni in cui si è ricordata la liberazione dal nazi-fascismo, per ribadire che resistere e lottare è, oggi come ieri, importante e necessario.

Ventimila persone – e chissà, molte di più –  si sono riprese le strade contro le retoriche del decoro, del degrado e della sicurezza portate avanti dai vari partiti di destra, così come della sinistra “progressista” che governa la città e la regione, rifiutando il divertimento consumistico e la desertificazione sociale imposta dall’alto, e rivendicando un altro modo di stare insieme.

Abbiamo ballato e continueremo a farlo, per ricordare che c’è chi non si arrende nelle carceri, per le strade, alle frontiere,  contro il razzismo e il sessismo che permea sempre più questa società, nello spazio pubblico così come nel privato, e contro ogni discriminazione.

I giorni successivi alla street abbiamo assistito, sulla stampa e sui media, al solito teatrino politico dei vari partiti, che, come da copione, non hanno altro da dire che lamentarsi di scritte sui muri e disagi al traffico. Poco ci importano le commedie di questi politicanti, lottiamo per la riappropriazione della nostra vita e degli spazi, per dargli un altro significato, libero dal capitalismo.

Sappiamo che il nostro percorso, fatto di messa in rete di esperienze e nuove connessioni, ascolto reciproco e condivisione, non passa solo da un evento; è con questo spirito che continueremo a produrre iniziative e confronto, tra realtà in regione e non solo, con le crew e le esperienze autogestite e solidali.

Continueremo a ribadire le nostre ragioni di ravers e sognatori, per il no ad un mondo di carceri e confini, il No al 41 bis, ad abusi e violenze di genere!

La Rete di Riduzione del Danno è stata presente durante la parata, con la zona chill out,  creando così un momento libero dal giudizio nei confronti del consumo di sostanze che stimola le soggettività ad avere un approccio consapevole.

Abbiamo dato vita a un momento unico, che ci ha visto tracimare nelle strade bolognesi ed esprimere la nostra voglia di libertà senza sosta: nelle diversità, un unico interminabile corpo collettivo: il 22 abbiamo visto come la voglia di partecipare e di stringersi attorno alla nostra lotta sia tanta, non disperdiamo questa straordinaria energia!

Esprimiamo solidarietà al carro incendiato, poteva essere di chiunque di  noi, al loro fianco danzeremo per fare la nostra rivoluzione!

A presto per ulteriori iniziative e momenti di confronto.

Smash Repression ER

 

> qui il link dove contribuire alla raccolta fondi per il carro e materiale audio!